Mio cugino Frank

Sono cinque i gradini che dividono il cortile dalla cantina. Due gli interruttori per accenderne le luci. Tre i vani che la compongono. Trent’anni, all’incirca, sono i miei ricordi legati a questi luoghi.

Il cambiamento si percepisce subito. Il profumo del bucato ha lasciato il posto alla fragranza dei colori. La creatività ha soppiantato i panni stesi. Più che una cantina sembra un laboratorio, un laboratorio di idee. Quadri, prototipi, opere incompiute, bozzetti terminati. E pensare che qui ci venivo a giocare, a trovare un nascondiglio, mentre uno dei tanti cugini si apprestava a terminare la conta.

ABOUT EASY LOVE? - Opera di Visual Art, tecnica mista su forex


Sono un po’ stupito, ma allo stesso tempo affascinato di come un luogo si possa così trasformare. Sicuramente non avrei mai potuto pensare a questa evoluzione, mentre ci rincorrevamo da bambini. O forse sì, d’altronde bastava uno sguardo allora per intenderci. Proprio come oggi, quando rivedo mio cugino Frank, lì in cantina alle prese con una delle sue ultime creazioni.

“Ciao Frank, allora a cosa giochiamo oggi?”

Lentamente si gira verso di me, alza lo sguardo e con un leggero sogghigno mi risponde “Vista la giornata, una gara di biciclette attorno alla casa non ci starebbe male. Dieci giri. Il primo che arriva con meno sbucciature sulle ginocchia e sui gomiti vince”.

Poi un grosso abbraccio. E’ da diversi mesi che non ci vediamo. Ultimamente gli incontri si sono ridotti, non certo l’intensità. Con la sua proverbiale favella, inizia entusiasticamente a raccontarmi cosa ha prodotto in questo ultimo periodo. I progetti in corso e quelli in divenire. Parole accompagnate da gesti, come per amplificarne il suono. La descrizione di pensieri che sembrano trovare forma e sostanza.

“Senti un po’, ma sei soddisfatto di quello che stai facendo?”

“Beh…diciamo che sono soddisfatto di quello che sono oggi, e questo per un insano idealista come me è già molto. Partendo dal presupposto che quello che io faccio è in realtà ciò che io sono, posso dire con una certa ed insolita serenità di essere stranamente felice, si…, condizione non prevista che mi ha colto impreparato ed alla quale dovrò sooner or later concedere la convivenza con la mia luminosa parte oscura temo…”

“Ma chi è Frank Cianuro oggi?”

“Come descrivere la non forma? …come significare un uomo che delle sue ombre ne ha fatto luce? …io in fondo, sono sempre quel sognatore controvento che da ragazzino ti inseguiva con la spada di Sandokan, fatta di legno nel cortile umido e sospeso dopo uno dei tanti temporali estivi della nostra incauta giovinezza, un cuore tremante pieno di visionaria eccitazione.

Più che dirti chi sono oggi posso dirti cosa non ho tradito del me stesso ragazzino. Sono ancora lì Andrea, nel nostro cortile, nella nostra cantina. Cammino su quegli stessi passi che parlavano dei nostri sogni più puri e mentre un tempo inventavamo sognando ora invento sognando, costruisco progetti così folli da poter essere realizzati, fotografo, scrivo e ritraduco a me stesso cose che non so ancora fare, tento di interpretarle per farle diventare visual, prototipi, mobili improbabili, messaggi, comunicazione. Ma a guardar bene forse sono solo un pensatore ripiegato su se stesso… un DESINER FOR MISTAKE.”

ME AND MY BOY - Frank Cianuro con la sua creatura rivoluzionaria!

“Certo che il tuo percorso si fa sempre più articolato. Ormai ho perso il conto di quante sono le forme in cui Cianuro riesce ad esprimersi. Quadri, fotografia, sculture, installazioni e poi che altro?”

“Da un po’ di tempo a questa parte mi sono avvicinato alla completezza del tutto… mi spiego, mentre prima tutte queste forme d’espressione delirante le mantenevo a comparti stagni, indipendenti, separate le une dalle altre, ora cerco di farle confluire tutte in un disegno unico, in una forma totalizzante… la comunicazione.”

“Ed ora su cosa stai lavorando. Quale sarà la prossima opera di Frank Cianuro?”

“Da un punto di vista artistico sto lavorando ad un progetto che a breve diventerà mostra, intitolato “NAKED SOULS, le stelle rivelate”. Con questo progetto di visual art cerco di ridare (molto modestamente n.d.r.) visibilità a tutte quelle attrici e starlette della Hollywood anni ’30 e ’40 che potevano diventare famose quanto Marilyn ma che in realtà non lo sono diventate. Ho raccolto nel tempo vecchie fotografie patinate delle attrici e le ho rielaborate attraverso il mio stile inquieto.”

“So che hai iniziato anche delle collaborazioni con altre realtà. Raccontami un po’ di questo RabdoStudio?”

“Ogni cosa è illuminata (per citare l’omonimo film), che in una sera d’estate mi ha fatto incontrare casualmente la figura che più di qualunque altra mi ha infiammato l’anima con la forza delle proprie visioni, il mio mentore, ma soprattutto (e lo dico con una punta malcelata d’orgoglio) vero amico, Fabrizio Mirandola. Con Fabrizio ci siamo incontrati casualmente per partecipare insieme ad un progetto che ci vedeva entrambi coinvolti. Ricordo con grande felicità quel momento, eravamo io e altri amici ospiti in terrazza da Fabrizio, intenti a produrre strategie di lancio per un prodotto, poi tutto d’un tratto l’elegante e spesso felice padrone di casa mi parla di un suo progetto chiamato Artigiani Audaci, e vedo che a stento trattiene l’entusiasmo per questa visione che da tempo lo rincorre, eravamo sul tetto di Cherubine City, ma era come stare nella nostra cantina due metri sotto terra caro il mo cugino, la stessa folle magia… Ho capito subito che non c’è limite al cielo se tieni stelle in cuore, ho detto a Fabrizio di portare una bottiglia di buon vino, e in una notte uguale a tante altre ma diversa da tutte, abbiamo iniziato a camminare insieme sulle nostre visioni. Lì, in quel preciso istante è nato senza neppure la coscienza di averlo creato RabdoStudio (Vizionary Agency).”

“Quindi il progetto Artigiani Audaci è stato così partorito. Ma in cosa consiste e come è stato accolto? Se non erro, è legato ad una nuova visione di questo distretto del Mobile, forse piuttosto provocatoria rispetto all’approccio conservativo che c’è sempre stato.”

“Qui devo mettermi la cravatta caro cugino… ehm… dunque, Artigiani Audaci è un progetto complesso ed ambizioso che nasce con l’obiettivo di coinvolgere creativi ed aziende in un’attività di comunicazione e di sperimentazione, finalizzate a produrre i contenuti di un più articolato piano di sviluppo destinato ad aprire l’artigianato locale a nuovi mercati e a nuove opportunità di relazione con i circuiti della creatività e del design internazionale, facendo diventare il progetto stesso fulcro di gravitazione, piattaforma di sviluppo e motore di nuova energia creativa ed imprenditoriale. A fronte di tale obiettivo, la prima fase di sviluppo prevede, insieme alla realizzazione dei primi strumenti d’identità e promozione, la pubblicazione di un web site creative e con le aziende saranno elaborati e raccolti in una speciale, strutturato per veicolare un’informazione work in progress delle attività in atto ed attivare una comunicazione di servizio, marketing e promozione in tempo reale. I contenuti ed i materiali sviluppati nelle collaborazionipubblicazione destinata agli enti istituzionali di promozione, agli istituti di formazione, alle agenzie di stampa specializzata e a tutti i canali culturali e commerciali d’interesse nazionale ed internazionale. La presentazione del volume darà evento ad una prima mostra dei prototipi, quale futuro e periodico riferimento d’incontro tra produzione e creatività.

In sostanza, stiamo tentando di gettare le basi per la creazione di un nascente fermento creativo. Il progetto al momento è sostenuto in collaborazione con l’Assessorato allo Sviluppo del Comune di Cerea”.

Un'immagine della prima esposizione dell'iniziativa LOVE NEVER THAT WAS. Location: STYLE, Cerea, Verona. Settembre 2009.

“Comunque sia la vostra “audacia” appunto, è stata premiata dal momento che un’istituzione nell’ambito fieristico, come Verona Fiere vi ha aperto le porte per un loro importante evento?”

“Si, un piccolo passo per gli Audaci ma un grande passo per l’immobilità stagnante e generalizzata della nostra death valley ceretana…

Siamo stati notati da Giovanni Benato (brand exhibition manager di Verona Fiere) che ci ha voluti come ospiti nell’edizione 2010 di Vivi la Casa in uno spazio a noi dedicato. In questa occasione abbiamo presentato il concorso di idee per giovani artisti intitolato “LOVE THAT NEVER WAS/L’AMORE CHE MAI FU” creato da noi RabdoStudio come iniziativa all’interno di Artigiani Audaci. 15 armadi uguali per 15 artisti che hanno sfogato su di essi le proprie rabbie, i propri tormenti, le proprie lacrime incredule per l’amore che mai fu.

Prima di una serie di iniziative che vedranno coinvolti giovani artisti e aziende locali sotto la coordinazione della nostra crew creativa”.

“Ma l’attività di Frank Cianuro, non si ferma qui, ci sono anche altri progetti in cantiere. Poco tempo fa mi parlavi di un nuovo spazio dedicato alla creatività, a tutti coloro che sentono la necessità di esprimersi artisticamente in modo “libero”. Di cosa si tratta?”

“exactly – And now power to the nobodies! Stanchi di far parte delle retrovie, di essere calpestati da politici, burocrati, mercanti d’arte senza lo stupore negli occhi e da commerciali che assomigliano sempre più a vecchie puttane malaticce di un bordello ormai in disfacimento, abbiamo deciso di fondare un nuovo ordine svincolato e indipendente. Attraverso uno spazio nel web che avrà l’aspetto di un blog ma che tenterà di essere molto di più, con la volontà di dare visibilità a tutti quei creativi che non riescono a far sentire la propria voce, perché inghiottiti come piccoli e storditi pesciolini da questi squali puttana. Diamo voce ai nessuno è proprio il messaggio che vogliamo lanciare da questa piattaforma d’attacco, ognuno potrà esprimersi liberamente e trovare anche un veicolo per poter far conoscere e vendere direttamente le proprie idee.

E sulle onde di questo mare agitato abbiamo deciso di chiamare il sito appunto “Creativity wave”, l’onda della creatività, l’onda che non si può domare, un movimento vivo perché indomabile.

Lentamente usciamo dalla cantina. Veniamo immediatamente travolti dall’umidità tipica di queste parti. La nebbia non sembra intenzionata a risollevarsi verso il cielo. Ma questa è una costante. Basta farci un po’ d’abitudine e anche da questo grigiore si può cogliere l’aspetto positivo e qualche insegnamento. E’ tutta questione di trovare il giusto equilibrio tra se stessi e la dimensione che ti circonda.

Vicino al garage ci sono ancora le nostre vecchie biciclette. Una colorata bmx gialla con sfumature blu e una da cross, verde con le marce sulla canna e la sella lunga stile chopper.

Frank: “Che dici, forse sono un po’ piccole, ma secondo me ce la facciamo a fare quattro pedalate”.

“Quattro pedalate? Scalda le gambe che la gara sta per avere inizio”.

Lascia un commento

Un progetto ILBETTA ON AIR