La poesia in musica di Rosa Emilia

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Anche quando parla si avverte una certa musicalità. Un’alternarsi di parole che vibrano nell’aria. Le pause sembrano quelle in uso su un pentagramma. Le sillabe, note di un motivo difficile da dimenticare. Poesia e canzone sembrano ritrovarsi in quello che dice. Grammatiche diverse s’incontrano senza dar luogo ad incomprensioni.

Forse perché lei è nata poeta. Forse perché lei è cresciuta cantante. Forse più semplicemente perché lei è Rosa Emilia.

Il fascino e il carisma non si possono apprendere. Come il talento. Tutti elementi in lei ben presenti. Ma non è tutto. C’è la gioia che traspare per fare qualcosa che si ama. C’è l’impegno costante e quotidiano per migliorarsi e dare il meglio di sé.

La sua vita è un romanzo. La musica ne è la colonna sonora. Una musica che da sempre è presente. Fin da bambina quando a Salvador de Bahia canta, balla, suona le percussioni alle feste in onore degli orixas con la nonna Emilia, venerata mae-de-santo. Ma è la poesia la forma d’espressione nella quale si ritrova naturalmente attratta da ragazza. Un’attrazione che la porta a studiare. Un’attrazione che la porterà a fare straordinari incontri. Come quello con il poeta e compositore Cacaso. Incontro che sfocerà in amore. Un matrimonio. Una figlia. Non basterà la prematura scomparsa di Cacaso, a strappare ricordi ed emozioni condivise.

Copertina di Ultraleve, primo album di Rosa Emilia

Ma c’è la cultura, l’attaccamento di Rosa Emilia alle espressioni artistiche come modalità per superare anche le più dure sofferenze, che le permette di andare oltre. E’ così che la musica, mai abbandonata torna a bussarle la porta. La bellezza della sua voce viene racchiusa in un disco. Si chiama “Ultraleve” e rappresenta il suo album d’esordio. E’ l’inizio o meglio la conferma di una naturale predisposizione. Il suo stile è in continua evoluzione. La sua vita pure.

Renato Sellani encontra Rosa Emilia - Poesia do Brasil

Da Rio de Janeiro dove si era trasferita arriva in Italia. A Milano prima. Un altro amore. Un’altra figlia. Un periodo di adattamento per capire una mentalità lontana dalla sua e poi costante lavoro verso quella musica che le ha donato molto. Concerti molti. Collaborazioni ancor di più. Sia in Italia sia dall’altra parte dell’oceano, a cavallo di due mondi lontani che la musica sembra avvicinare. Nelson Angelo, Sueli Costa, Jaques Morelenbaum sono solo alcuni degli incontri musicali che arrivano dal Brasile. Fabrizio De André e Renato Sellani, altri maturati nella nostra Penisola. Ed è proprio con il maestro Sellani che s’instaura un sodalizio che porta alla realizzazione del disco “Poesia do Brasil”.

Batuk (Rosa Emilia e Cristiano Verardo) - Cruzeiro do sul

Rosa Emilia è un’anima in costante fermento. Si trasferisce a Venezia. Nuovi incontri. Nuove sfide musicali. Dalla canzone d’autore e il jazz passa ad un progetto di musica lounge dal nome Batuk, dove con la canzone “Cruzeiro do sul” mette la sua personale interpretazione a questo genere musicale. Ma non si ferma qui. C’è spazio pure per il reggae e con l’album “Nega Rosa” fissa un ulteriore tassello nella sua eclettica capacità vocale.

Copertina di Nega Rosa

Copertina dell'album Baiana da Guanabara

Prima di andare avanti nel racconto della sua vita fa un’altra pausa. Come a voler riprendersi da tanti intensi ricordi. Come a voler guardare avanti per vedere in un futuro non poco lontano. Dopodichè mi presenta i suoi ultimi lavori in ordine di tempo. “Baiana de Guanabara” prima. “Album de Retratos” dopo. Lo fa con un pizzico d’orgoglio. Con un’imponente dose d’amore. Due dischi che la riportano alle origini delle sua terra. Due album in particolar modo il primo che rappresentano quasi la chiusura di un cerchio. In “Baina de Guanabara” i pezzi sono firmati Nelson Angelo/Cacaso. A distanza di vent’anni trova il coraggio, ma soprattutto la consapevolezza artistica per interpretare un’eredità musicale che le ha lasciato Cacaso, il paroliere amato.

Copertina dell'ultimo album di Rosa Emilia - Álbum de Retratos - Cacaso - Parceiros & Canções

Infine interrompe ogni discorso per lasciare spazio ad un enorme sorriso. Un sorriso che era stato sempre presente. Fin dal momento che ci eravamo seduti in quel bar. Un elemento di rara bellezza che trova la sua massima espressività nella condivisione di una storia. Come a dire quanto di bello la vita le ha offerto. Come a gridare quanto di incantevole le offrirà ancora.

L’incontro è finito. La musica di Rosa Emilia no. Entra nelle mie orecchie dalle cuffie del lettore. Si deposita dritta nel cuore. Per rallegrarlo. Per fargli un dono tanto gradito quanto inaspettato.

Obrigado Rosa Emilia.

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