Denis Longhi – Come suona la Provincia

E’ una delle tappe della Via Francigena. Antico cammino di pellegrinaggio per Roma. E’ a metà strada tra la capitale dell’auto e quella economica lombarda. E’ equidistante dal mare (quello ligure) e dalle montagne (e che montagne!). Ma soprattutto è una provincia.

Perché dico ciò. Perché la provincia rappresenta un vero e proprio laboratorio sociologico. Ritmi diversi. Attaccamento alle tradizioni. Smania di evolversi. Metaforicamente parlando è come un adolescente. Da un lato la voglia di diventare grandi, dall’altro la paura di non essere ancora pronti.

In tutta questa entropia di sentimenti contrastanti però capita di incontrare straordinari risultati. Risultati di un lungo percorso fatto di legami, passioni ed interessi. Ed è in questo contesto che andiamo ad incontrare Denis Longhi.

C’è una leggera pioggia oggi su Vercelli. La foschia tende ad allontanarsi e il piccolo fiume Sesia continua ad apportare le sue acque in direzione del Po. Denis ci aspetta nell’area della cascina del Borghetto. Non è casuale che l’incontro sia qui. E’ in questo spazio che qualche mese fa, Vercelli ha fatto sentire il suo suono.

Stiamo parlando del festival “Jazz Re Found”. Giunto alla sua terza edizione, l’ultima della quale svoltasi appunto a giugno di quest’anno. Denis Longhi ne è il direttore artistico, ma non solo. Ne è l’anima insieme agli altri ragazzi che costituiscono l’Associazione Culturale Casanoego.

Nell’accogliermi Denis si scusa per essere arrivato tutto trafelato “… era dal ’88 che non si vedono così tanti virus”. Dopo una leggera perplessità, capisco che sta parlando di virus informatici. Ha appena terminato il suo lavoro presso la Facoltà di Lettere di Vercelli, dove è responsabile della mediateca. “Stiamo digitalizzando tutto il materiale che abbiamo a disposizione. Sarà un ottimo lavoro per recuperare e condividere rapidamente informazioni” continua.

Già mentre parla di questo lavoro, si capisce che in Denis c’è un’energia non comune. Energia che si amplifica ulteriormente quando inizia a raccontarmi del Jazz Re Found.

Denis Longhi fondatore dell'Associazione Culturale Casanoego e direttore artistico del Jazz Re Found

Non mi piace parlare di traguardi, però quello che siamo riusciti a raggiungere quest’anno è stato entusiasmante. Portare quasi 6.000 persone in tre giorni qui a Vercelli non è stata cosa da poco. Sono arrivate persone oltre che dalle province limitrofe, da molte altre regioni italiane, per non parlare delle presenze francesi, austriache e svizzere.

Quali sono stati gli elementi di successo di questa edizione del Jazz Re Found?
Sicuramente la presenza di artisti come Tricky, Lamb, Zero 7 e The Cinematic Orchestra, hanno confermato che Jazz Re Found è un festival musicale a carattere internazionale. Un festival che parte dal jazz per convogliare diverse forme d’avanguardia all’interno del palcoscenico musicale. Poi il riconoscimento che abbiamo ottenuto a livello istituzionale e l’aiuto fondamentale di tutti i collaboratori presenti. Professionisti e volontari, uniti insieme nell’idea di fare qualcosa culturalmente importante”.

Ma non è stato sempre così, quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato in questi anni?
Sai la cosa più difficile è quando hai un’idea, avverti che potenzialmente è valida, ma ci sono aspetti che vanno gestiti che non sempre sono immediati nella loro risoluzione. Un esempio su tutti quello di dare una sostenibilità economica al progetto. Ci vuole determinazione, professionalità e crederci. Crederci fino in fondo. Nel 2009 abbiamo avuto paura di non farcela. Le risorse finanziarie erano quello che erano e per noi che puntiamo sulla qualità del festival, in tutte le sue sfaccettature, sono sempre poche. Poi però la credibilità che abbiamo ottenuto con il nostro impegno, la visibilità raggiunta e quant’altro ci hanno permesso non solo di continuare, ma anche di crescere come evento culturale”.

Il sogno, oggi realtà, che porta il nome Jazz Re Found da dove nasce?
Nasce dieci anni fa. Da una visione comune. Inizialmente eravamo in quattro, cinque persone. Il classico gruppo di amici che hai da ragazzo. Poi l’idea ha iniziato a diffondersi. L’associazione culturale Casanoego si è allargata, raggruppando persone in gamba. A questo punto la frustrazione di non poter fare nulla in una piccola realtà come Vercelli si era dipanata. Era giunto il momento di fare qualcosa, di agire”.

Immagine di un live durante l'edizione 2010 del Festival Jazz Re Found di Vercelli

Denis nonostante tu sia molto legato alla tua città, giri parecchio nel tuo tempo libero. Questo perché?
Dove ci sono concerti, appuntamenti musicali di rilievo prendo a vado. Una volta al mese normalmente un salto a Londra o a Berlino lo faccio. Queste uscite per me hanno una duplice finalità. Da un lato è un modo per aprire la mente, dall’altro è fondamentale conoscere le tendenze e le novità musicali. E’ come per uno stilista quando va fare ricerca all’estero. Dai piccoli negozi d’abbigliamento della California alle atmosfere dei mercati orientali. Sono stimoli importanti. Contaminazioni culturali necessarie.

Cosa significa vivere un festival per te?
Vivere un’esperienza. Chi viene ad esempio al Jazz Re Found deve rimanere per tutti i giorni dell’evento. Non si tratta di andare a vedere un singolo concerto e poi tornarsene a casa. Il concetto di festival è molto più ampio. E’ un modo per stare insieme ad altre persone. Per conoscere. Per condividere interessi ed emozioni. La musica fa da collante a tutto ciò”.

Dicendo ciò, Denis mi fa vedere anche le due aree di campeggio che erano state allestite durante l’ultima edizione del Jazz Re Found. Anche questo è un segnale, non solo una provocazione. Allestire dei luoghi di ospitalità significa la volontà di accogliere le persone che arrivano nel modo migliore. Attraverso servizi e strutture.

Un'immagine del Festival Jazz Re Found 2010

E Jazz Re Found 2011 come sarà?
Ci stiamo già lavorando. Anche questo frutto dell’esperienza delle precedenti edizioni. Lavorare con un certo anticipo. Abbiamo già fissato le date. La quarta edizione sarà dal 23 al 26 giugno 2011. Abbiamo aggiunto un giorno in più, il giovedì, che sarà ad ingresso gratuito. L’idea è quella di continuare sulla linea artistica del nu-jazz. Presenza di band che possono anticipare i tempi con sicuramente qualche nome importante nell’ambito della musica internazionale. Sai per me è molto il feedback della gente. Per questo mi piace osservare le reazioni delle persone durante i giorni del festival. Già da quelle situazioni calibro le eventuali migliorie da apportare”.

La pioggia si ferma di scendere. Le acque del Sesia invece continuano a scorrere. Scorrono come l’entusiasmo di Denis Longhi. Vitalità. Pulsioni. Passioni. Nel silenzio della provincia c’è molto da ascoltare. Come suona questa Vercelli. Come suona la forza di un’idea quando trova concretezza.

Riprendo l’autostrada verso la città. Tornerò Vercelli. Tornerò Denis. Ne potete stare certi. A giugno del prossimo anno voglio esserci anch’io a vivere questo festival.

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